Incasellami nelle tue categorie stereotipate,
chiamami fascista,
chiamami sessista,
chiamami vegetariano
cattocomunista
e morto di figa.
Sai già che il mio non è vero amore.
Sai già che alla fine io non sto male,
che è tutta una messa in scena,
che "fatti una passeggiata,
esci a prendere una birra con gli amici
e passa tutto".
Sai già che mi limito a crogiolarmi nel mio dolore.
Chiamami egocentrico,
"quello che gioca a fare il matto"
quello che,
se vomita,
sarà perché ha bevuto troppo la sera prima.
Oh,
quanta libertà
attanaglia le tue scelte!
Guardami dritto negli occhi.
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